WOMEN IN SPORTS INTL PHOTO AWARDS

GENDER EQUALITY NELLO SPORT: un gioco di squadra che coinvolge atlete, media creator e broadcaster

Lo scorso 5 maggio ho avuto l’onore di essere premiata come seconda classificata al concorso “Women in Sports International Photo Awards” a Taipei (Taiwan), premio consegnatomi dal Presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen davanti a una platea di professionisti nel settore sport di altissimo livello, provenienti da tutto il mondo.

Fine del concorso, organizzato da Women in Sports Media Platform e Taiwan Sports Forward con il supporto del Dipartimento di Stato USA, è stata la diffusione e promozione del ruolo delle donne nello sport attraverso la premiazione delle migliori immagini prodotte da studenti, amatori e professionisti da tutto il mondo.

Un concorso aperto a tutti, senza alcuna distinzione di genere – per quanto riguarda i concorrenti – ma con una unica richiesta: le immagini dovevano ritrarre donne coinvolte in un evento sportivo.

Atlete, quindi, ma non solo. Anche tecnici, staff, arbitri. Perché per poche che siano, per poco visibili e messe in evidenza che siano, le donne nelle sport esistono.

Più di 1300 immagini sono state vagliate dalla giuria presieduta da Anthony Edgar, il quale da oltre 25 anni ricopre un ruolo chiave della gestione dei contenuti delle Olimpiadi, è stato produttore del premiato film: “Oneshot: Photographing the Olimpic Games” e membro attivo del Gender Equality Working Group del Comitato Olimpico Internazionale.

“Le fotografe sportive professioniste sono storicamente una delle categorie più prive di diritti all’interno dei media internazionali. Ai maggiori eventi degli ultimi decenni, il numero di donne accreditate come giornalisti è stato in media del 12-20%. Per i fotografi sportivi, questo numero è ancora inferiore, spesso inferiore al 10% dei fotografi accreditati. Molti paesi, tra cui molte delle nazioni Big 20, non hanno avuto fotografe sportive femminili assegnate ai principali eventi sportivi per molti anni.” Anthony Edgar, presidente della giuria

Quello che afferma Anthony Edgar è vero. Verissimo. Ed è stata la ragione per la quale ho mandato la mia candidatura a questo concorso.

Le discriminazioni ci sono, il sessismo c’è e noi donne dobbiamo fare i conti con queste problematiche ogni volta che scendiamo in campo – sempre che ci sia concesso di scendere in campo. E anche quando siamo in campo, la possibilità di sentirsi dire: “Ma cosa vuoi fare tu che sei una donna” o sentirsi urlare le peggior cose dai tifosi c’è.

Ma si continua a lavorare lo stesso, anche a queste condizioni

Torniamo però all’evento di Taipei…

La giuria annoverava anche Lynne Cameron, vice presidente della British Press Photographers Association nonché fotografa plupremiata e fotografa ufficiale del Manchester City e delle Lionesses, la nazionale inglese di calcio.

In giuria presenti anche Tracey Holmes, giornalista australiana vincitrice del IOC Women and Sports Award for Oceania, Steve FineDirettore di Sports Illustrated dal 1996 al 2013 e attualmente curatore delle notizie per Facebook, e infine Ann Chen, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seoul 1988 e Barcellona 1992 e attualmente Presidente del Comitato per le Pari Opportunità del Chinese Taipei Olympic Committee.

Quindi una giuria di professionisti ai massimi livelli per quanto concerne la produzione di contenuti di sport. E tutti direttamente coinvolti nel fare sì che la parità di genere venga effettivamente raggiunta, a tutti i livelli.

Siamo però ancora molto lontani, e il podio riflette abbastanza bene quello che è lo scenario globale.

Primo classificato: Bruce Bennett, direttore dei contenuti Lega Nazionale Hockey per Getty Images, con ‘Johnston Scores’, scattata durante le Olimpiadi invernali di Pechino 2022.

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“Johnston Scores” Photo Credits: Bruce Bennett – Getty Images

Terzo classificato: Adam Pretty, fotografo australiano pluripremiato a livello mondiale, con lo scatto ‘Sliding the Light’ ritraente Ashley Farquharson durante i Giochi Olimpici di Pechino 2022.

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‘Sliding the Light’ Photo credits: Adam Pretty – Getty Images

seconda classificata la foto da me scattata, “Breathe, believe and fight (Never forget who you are) ritraente Michel Vescovini durante la finale dei Regionali Schoolboy, Young e Elite a Reggio Emilia dell’ottobre 2022.

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“Breathe Believe and Fight” Photo credits: Silvia Casali

Riassumendo: due fotografi di caratura internazionale, con due immagini scattate durante le Olimpiadi Invernali di Pechino per Getty Images. E io, con una immagine scattata ai Regionali di boxe a Reggio Emilia.

Il tutto è allo stesso tempo meraviglioso – io, sul podio, con questi due mostri della fotografia sportiva, di cui uno (Adam Pretty) è sempre stato il mio “eroe” – e triste riflesso di quello che Anthony Edgar ha denunciato con la sua affermazione di cui sopra: per noi donne, partecipare a eventi di grande risalto mediatico è quasi impossibile.

“Sono certa che questo evento aiuterà a dare risalto alle donne nello sport, sia che esse siano in campo, o dietro ad una macchina fotografica” Tsai Ing-wen, Presidente Taiwan

Ho la fortuna di collaborare da più di due anni con Reggiana Boxe, una delle società più quotate d’Italia nel pugilato per numero di atleti insigniti di prestigiosi titoli, destinati anche a partecipare alle prossime Olimpiadi.

Fortunata sì, perché ho trovato un ambiente dove la discriminazione non esiste, dove vieni giudicato per come sei e come combatti sul ring, indipendentemente dal genere. Dove il fair play esiste, dove ci si fida e ci si affida. Come dovrebbe essere, nello sport e nella vita.

Fotografare riunioni di boxe, dove in tre giorni si può arrivare ad assistere a più di quaranta incontri, è faticoso sia dal punto di vista fisico che da quello di vista mentale. Ma potere “congelare” momenti così importanti nella vista di questi atleti è un onore, e sapere che loro sono felici di poterli rivivere guardando le mie foto, è una soddisfazione immensa, indipendentemente dal loro genere.

Ma la boxe è un’oasi felice. Perché altrove, nel calcio, nel basket e in sport più “seguiti” è praticamente impossibile riuscire a ritagliarsi un ruolo proprio senza passare attraverso quei “sistemi” per i quali l’essere una professionista e scattare immagini emozionanti è l’ultima cosa che viene richiesta.

Per una donna, collaborare con società sportive nel calcio o basket nelle leghe maggiori è difficile ovunque, non solo in Italia.

Durante questa tre giorni taiwanese mi sono confrontata con altre professioniste del settore provenienti da tutto il mondo, e alla fine tutte le nostre conversazioni arrivavano allo stesso punto: “Se sei una donna, dimenticati di arrivare “in alto”, “Segui gli sport che i colleghi maschi non vogliono seguire”, “Potrai arrivarci, ma sarà una concessione momentanea, giusto per “farti contenta” e similari.

“Farmi contenta”.. come se il mio, il nostro, fosse un capriccio e non una professione.

Che triste. Come è stato triste tornare in Italia e avere la sensazione che nulla cambierà.

Perché al mio ennesimo tentativo di avere un colloquio con un dirigente sportivo per comprendere se ci sono margini per una collaborazione per la prossima stagione, mi è stato risposto: “Sentiamoci più avanti e facciamo due chiacchiere”. Due chiacchiere.

Però non demordo. Perché credo fortemente in quello che faccio, in quello che noi donne facciamo nell’ambito della fotografia sportiva e nel nostro potere fare la differenza fornendo un punto di vista differente, emotivamente più coinvolgente, in ogni disciplina sportiva, e indipendentemente dal genere dell’atleta.

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Taipei Hosts 1st Women in Sports Photo Awards – Taipan News